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Gaslighting - Cos’è e come riconoscerlo per poterne uscire

Pubblicato inizialmente il 16.7.2025

Tempo di lettura: 3 minuti

A man and a woman are standing outside near a white door and a window. The man appears to be speaking or arguing, leaning slightly forward with animated gestures. The woman stands with her arms crossed and one hand covering her face, showing signs of distress or frustration. The setting is a residential exterior with beige stucco walls and a small plant visible on the right.
© RDNE Stock projectSource: www.pexels.com/photo/man-and-woman-arguing-5616218/

Il termine gaslighting sta diventando sempre più diffuso e sempre più persone lo cercano per capire cosa significa, questo perché in molte hanno la sensazione che la loro realtà sia stata riscritta. Questo fenomeno però non è nuovo, il termine nasce nel 1944 dall’omonimo film (in cui un marito abbassava l’intensità delle lampade di casa e poi giurava alla moglie che stavano brillando luminose come sempre) con il risultato aumentare l’insorgere di ansia, depressione, diminuzione dell’autostima, erodendo la fiducia che la persona ha della propria mente.

Cos’è il Gaslighting

Il gaslighting è un modello di comportamento, deliberato o inconscio, volto a far mettere in dubbio a un’altra persona la propria percezione, memoria o sanità mentale, affinché l’autore possa ottenere o mantenere il potere e il controllo generando un rapporto di dipendenza.

Il gaslighter lo fa distorcendo costantemente la realtà (ad esempio: “Io non lo l’ho mai detto”), aggiungendo degli attacchi personali (“Sei paranoicə”), alternati a momenti di affetto intenso (love-bombing) così da mantenere la persona destabilizzata, in uno stato di confusione.

Col passare del tempo, questi messaggi portano la vittima a chiedersi se non abbia torto lei e più dubbi emergono, più potere guadagna chi abusa. A forza di non fidarsi di se stessa, la persona finisce per delegare all’abusante il compito di ricordare eventi o prendere decisioni e può arrivare a credere di non poter lasciare la relazione.

Riconoscere il Gaslighting

Queste sono alcune delle più comune tecniche di gaslighting:

  • Controbattere: mette in dubbio la memoria dell’altra persona (“Ne sei sicurə? Lo sai che hai una pessima memoria” o “Credo che ti sia dimenticatə come sono andate veramente le cose”).

  • Ostruzionismo: finge di non capire la conversazione o si rifiuta di ascoltare, in modo da far dubitare l’altra persona di sé stessa (“Adesso mi stai solo confondendo” o “Non so di cosa tu stia parlando”).

  • Sminuire: ridicolizza o ignora ciò che l’altra prova. Può accusarla di essere “troppo sensibile” o di esagerare di fronte a preoccupazioni legittime.

  • Negazione: rifiuta la responsabilità delle proprie azioni, magari fingendo di aver dimenticato l’accaduto, negando di averlo fatto o attribuendo il comportamento a qualcun altro.

  • Deviazione: con questa tecnica sposta il focus della discussione mettendo in dubbio la credibilità dell’altra persona (“È solo una sciocchezza che hai letto su internet/che ti ha detto la tua amica.” o “Te lo sei immaginato”).

  • Stereotipizzazione: può ricorrere intenzionalmente a stereotipi negativi di genere, razza, etnia, orientamento sessuale, nazionalità o età per fare gaslighting. Per esempio, potrebbe dire che nessuno crederà a una donna se denuncia un abuso.

Gaslighting in diversi contesti

A table titled 'Gaslighting in different settings' lists contexts and typical examples. In romantic relationships: blaming, covering up affairs, financial secrecy. In families: a parent invalidates a child’s experience, e.g., 'You’re exaggerating.' In the workplace: a manager denies harassment reports; HR minimizes concerns. In medical contexts: symptoms are dismissed as 'it’s all in your head,' often affecting women and minorities. In social or racial contexts: activism is discredited by labeling it 'irrational.

Perchè funziona

Il gaslighting in parte funziona perchè ci si fida e si rispetta la persona che lo sta facendo e si pensa che sia una persona degna di fiducia la dottoressa, il partner, il genitore o il migliore amico. Inoltre, funziona perchè non sono situazioni estreme come nei film ma si nasconde dietro gesti più subdoli e come una volontà di prendersi cura della vittima.

Come uscirne

Prima di tutto, per poterne uscire bisogna riconoscerne i campanelli di allarme:

Se ti capita di dubitare di te stessə relativamente a piccoli episodi accaduti, di scusarti eccessivamente o affidarti a qualcun altro per interpretare la realtà, prova a porti le seguenti domande:

  1. Mi sento più sicurə di me con o senza questa persona vicina?

  2. Ci sono prove reali che confermino quanto sta dicendo?

  3. Le persone che mi stanno vicine pensano che io sia cambiatə?

Alcune strategie

Queste strategie possono aiutarti ad uscirne:

  • Documenta la realtà: tieni un diario privato in cui salvarti screenshots, date, eventi o fai delle fotografie o semplicemente scrivi cos’è successo subito dopo che è accaduto. Questo è d’aiuto per la memoria quando viene messa in dubbio.

  • Stabilisci dei confini chiari: la prossima volta che ti troverai nella situazione prova a rispondere ad esempio: “Sembra che ricordiamo le cose in modo diverso, quindi andiamo oltre”, “Se mi dai della “pazzə”, esco dalla stanza” oppure “Possiamo parlarne, ma se urli me ne vado”. Questo dimostra che non si possa essere manipolati.

  • Parlane con qualcuno di cui ti fidi: confidarti con un amicə, un familiare o unə psicologə il quale può aiutarti a vedere la tua situazione da un’altra prospettiva (se vuoi puoi contattarmi). L’isolamento può solo portare ad una maggiore probabilità di successo del gaslighting.

  • Continua a fare quello che ti piace: il gaslighting comporta spesso una perdita dell’identità di sé, al punto che col tempo potresti sentirti cambiatə fino a non riconoscerti più, o provare un senso di torpore e vuoto. Per questo è importante ritagliarti del tempo per fare quello che ti fa stare bene (dello sport, fare rilassamento). Questo ti aiuterà a sentirti più forte e capace di affrontare le sfide quotidiane.

Bibliografia

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