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Genitorialità sufficientemente buona: perché non devi essere un genitore perfetto

Consigli basati sulla psicologia per neo-genitori e genitori in difficoltà che vogliono crescere figli resilienti.

Pubblicato inizialmente il 5.6.2025

Tempo di lettura: 3 minuti

Happy family playing outdoors in a sunny field; a smiling child is held up by the hands by an adult, about to kick a soccer ball, while another adult crouches nearby laughing.
© Photo by Gustavo FringSource: https://www.pexels.com/photo/photo-of-family-having-fun-with-soccer-ball-4148842/

Perché la perfezione è una trappola

I feed dei social e i manuali per genitori mostrano spesso momenti familiari impeccabili, spingendo mamme e papà a inseguire obiettivi impossibili: pasti solo biologici, zero schermi, pazienza infinita. Questa corsa all’ideale può ritorcersi contro, alimentando il burnout genitoriale: esaurimento, senso di colpa e distacco che danneggiano sia te sia tuo figlio. Una casa tesa e autocritica insegna ai bambini che niente è mai abbastanza. L’antidoto? Abbracciare il concetto di “genitorialità sufficientemente buona”.

L’idea del “sufficientemente buono” di Winnicott

Negli anni ’50, il pediatra-psicoanalista Donald W. Winnicott notò che i bambini prosperano quando chi li accudisce soddisfa la maggior parte dei bisogni la maggior parte del tempo, ma non tutti. Un neonato richiede quasi totale reattività, ma crescendo piccole frustrazioni gestibili (aspettare un minuto per un aiuto, sentire “no” a un gioco) costruiscono resilienza.

Le imperfezioni non sono trascuratezza → sono gentili introduzioni alla vita reale.

“La madre sufficientemente buona… si adatta sempre meno completamente, in base alla crescente capacità del bambino di gestire il suo fallimento.” — Winnicott

La scienza sostiene il “sufficientemente buono”

  • Ricerca sull’attaccamento: La psicologa Susan Woodhouse ha scoperto che i caregiver devono “azzeccarci” solo circa il 50 % delle volte perché i bebè sviluppino legami sicuri.

  • Rottura e riparazione: Il ricercatore Ed Tronick mostra che genitore e neonato sono perfettamente sincronizzati solo il 30 % della giornata. Ciò che conta è la riparazione e il ri-sintonizzarsi dopo un errore. Questi micro-cicli insegnano autoconsolazione e fiducia.

  • Esiti a lungo termine: I bambini cresciuti con amore costante e limiti realistici sviluppano capacità di coping più forte rispetto a quelli protetti da ogni disagio.

Mettere in pratica il “sufficientemente buono”

  • Dai priorità alla presenza, non al perfezionismo: I figli ricordano come eri presente, non se la cena era gourmet. Punta a momenti regolari uno-a-uno: leggere una storia, tirare due calci al pallone, chiacchierare prima di dormire.

  • Smetti di segnare punti 24/7: Il dialogo interno conta: sostituisci “Ho rovinato tutto!” con “Ho sbagliato; riparerò”. Quando sei un modello di autocompassione, i bambini la imparano.

  • Diventa maestro del riparare: Hai perso la pazienza? Dimenticato la merenda? Ammettilo. Un semplice “Mi dispiace di aver urlato; non era giusto” più un abbraccio rassicurante ricostruisce sicurezza e insegna responsabilità.

  • Lascia che la frustrazione insegni: Mantieni confini sereni: orari di sonno, coprifuoco, limiti agli schermi, anche se scendono lacrime. Allenando così pazienza, problem-solving e regolazione emotiva.

  • Prendisi cura di chi si prende cura. Sonno, sostegno sociale e ogni tanto un po’ di tempo per te proteggono dal burnout. Un genitore ricaricato risponde meglio e modella un equilibrio sano.

Un rapido auto-check

Chiediti ogni settimana:

  1. Amore: Mio figlio si è sentito amato e al sicuro la maggior parte dei giorni?

  2. Limiti: Ho posto confini chiari e adeguati all’età?

  3. Riparazione: Ho rimediato quando ho sbagliato?

  4. Autocura: Ho fatto almeno una cosa per ricaricarmi?

Se puoi rispondere “sì” alla maggior parte di queste domande per la maggior parte delle settimane, sei già sufficientemente buono.

In sintesi

La genitorialità perfetta è un mito, e uno assai stancante. I bambini prosperano con amore costante, limiti ragionevoli e errori riparati. Lasciando andare il perfezionismo, liberi energie per ciò che conta davvero: connetterti con tuo figlio e mostrare come gli esseri umani imperfetti crescono insieme.

Dunque respira. Servi i wienerli con le patate. Chiedi scusa quando sbotti. Fidati che il tuo calore, abbastanza buono, è esattamente ciò di cui tuo figlio ha bisogno per diventare resiliente, sicuro e gentile.

Bibliografia

  • 1.

    Transitional Objects and Transitional Phenomena, Winnicott, D. W.

    View Source
  • 2.

    The Maturational Processes and the Facilitating Environment, Winnicott, D. W.

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  • 3.

    A Good Enough Parent: A Book on Child-Rearing., Bettelheim, B.

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  • 4.

    Secure Base Provision: A New Approach to Examining Links Between Maternal Caregiving and Infant Attachment., Woodhouse, S. S., Scott, J. R., Hepworth, A. D., & Cassidy, J.

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  • 5.

    'Good enough' parenting is good enough, study finds, Lehigh University

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  • 6.

    Family Conflict Is Normal; It’s the Repair That Matters, Diana Divecha

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